Si spengono timide le luce dei lampioni in Piazza, abbracciate da un sole che esce timido dal piumone.
Sono basse le serrande dei negozi ma scoppiettano lucine gialle dentro le vetrine, remori di una giovane notte.
Dietro i grandi e trasparenti vetri, manichini vengono vestiti da vetrinisti che si adoperano tra nastri, rami e sbadigli; ci scambiamo un sorriso ed un brindisi, alzato con bicchierini di caffè fumante.
Una coppia di adolescenti si incontra e con dolce imbarazzato aspetta l’apertura di Starbucks, facendomi addolcire quel luogo da me non tanto amato.
La radio di due clochard suona sonetti natalizi mentre loro, ancora riposano, coperti da cartoni, uniti in un abbraccio dal sapore fraterno.
Le casette Natalizie sono ancora serrate, l’albero è spento e la cannella non inebria ancora il freddo pungente,
ma
su di me si affacciano tante finestre,
da qua,
si accendono luci danzanti nel profumo di caffè, muovono pigiami, saltano dolcetti di cui non riconosco la forma ed inciampano pantofole sonnecchianti tra pini e palline.
È fresca l’aria,
la giornata sta per partire e sì,
si è acceso dicembre!
Come sempre delicate parole, bellissime immagini.
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