In quell’aria fresca si sentiva solo il ciondolare di quei campanacci che pendevano da piccoli e spettinati vitelli.
L’acqua del lago specchia le montagne ancora innevate e la terra umida ospita tanti passi, conditi da chiacchiere leggere.
Mentre il sole irradia gli ultimi raggi si dimenano palleggi e salti, volano verbi irregolari negli spazi per pluri cancellati dei libri estivi.
Lentamente cala luce e la tovaglia si distendente tra una Nana dormiente e i bicchieri sempre più vuoti.
Immobili i grandi ammassi,
dondolanti i ciuffi d’erba sui quali ci stendiamo,
immobili di fronte a questo quadro,
dondoliamo sulla via del ritorno,
noi,
piccoli, come immobili puntini visti da dondolanti rocce.
Mi mancava un tuo post, sempre così piene di immagini stupende e parole poetiche.
Grazie.
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