I colori magici

250 milioni di anni fa.

Zampillavano basalti e rioliti in un’intesa e passionale attività vulcanica creatrice.

L’erosione successiva definì i tratti, distinse le faglie e caratterizzò ciò che oggi vi presento.

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20 anni fa.

Indossavo un grembiule rosa a quadretti bianchi con ricamato, sulla tasca sinistra, l’iniziale del mio nome. Un caschetto di castani capelli contornava il mio viso e sedevo con piccoli amichetti attorno ad un tavolino di plastica verde. Il sole di maggio scaldava le finestre fuori dall’aula e io fremevo l’altalena rossa che avevo appena lasciato.

Odiavo l’ora di attività. Ero disorganizzata e disordinata, non collezionavo smile sorridenti verdi nei lavoretti, bensì accumulavo faccette piatte color giallo incanti un giudizio mediocre.

Quel giorno la maestra Clara disegnò alla lavagna un cerchio e ci raccontò di come tutti i colori hanno origine da soli tre, i colori magici e speciali, non ottenibili dalla mescolanza di nessun altro. Ad ognuno di noi fu chiesto di scegliere un colore magico e disegnare ciò che per noi rappresentava. Ci pensai molto e cominciai ad agitarmi ma, nonostante gli sforzi, non riuscii a scegliere. Non sapevo cosa preferivo né cosa volevo disegnare.

Matteo accanto a me rappresentò il sole giallo che illuminava il suo cane ocra, mentre Marta disegno il blu mare, memore del fine settimana toscano trascorso in famiglia.

Li guardavo, li copiavo e ri-cambiavo colore, perché il blu è più bello del rosso, o forse il giallo lo è più di tutti?

La scelta mi tormentò la mattinata, finì con il disegno di un arcobaleno a tre colori magici che mi fece accumulare così un altro smile giallo.

2 settimane fa.

L’altezza è aumentata di poco ma quel grembiule rosa oggi non mi va più.

La testa è leggera, dal finestrino entra un aria calda che profuma di sale, la macchina è piena di valigie e oggetti inutili, alla radio passano Californications e noi cantiamo felici.

La strada inizia ad incurvarsi, si incresca in tornanti a picco sul mare, così mentre io scatto foto e respiro libertà, il mio compagno si sente un pilota di rally.

Sgranocchiavo un paninetto spezza fame quando davanti a me solo ammassi rosso fuoco, caldi, imponenti, maestosi. Posai il panino, mi guardai attorno e senza dire parole accostammo.

“Corniche d’or dell’Esterel” citava un cartellone in pietra tassellato alla roccia.

Blu.

Il mare senza contaminazioni sabbiose mostra la sua purezza, vanta tutte le sfumature realizzabili, ospita specie marine che non conosco ma che non posso non scrutare.

Forse ci sono davvero dei richiami negli abissi del mare, ma quell’acqua ci richiamava forte e ci risucchio in lanci e nuotate libere.

Galleggiando ci specchiavamo nel sole che alto scaldava senza disturbare come se si fosse inchinato anche lui a tale bellezza.

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Rosso.

L’ammasso roccioso si distende per 30 km, abbracciando tutta la costa, che si piega alla sua imponente presenza creando piccoli calanchi, zone d’ombra e di ristoro, sentieri aspri, torridi e selvaggi.

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Giallo.

Gialla la vegetazione, secca dal vento estivo. Giallo il sole e gialli i riflessi sull’acqua che luccicano, corrono e fanno brillare i nostri occhi.

Giallo il tramonto che ci rilassa e ci rende eterni sognatori.

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La natura mostra così tutta la sua grande bellezza.

La natura mescola così i colori primari e realizza la “cornice d’oro”.

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Oggi, seduta su quel piccolo tavolino, non saprei ancora quale colore magico scegliere, avrei maggiore consapevolezza delle sfumature che possono avere e felice li rappresenterei tutti e tre in un arcobaleno dal valore di uno smile verde.

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24 risposte a "I colori magici"

  1. Credo che tu non sappia ancora oggi cosa scegliere perchè la tua anima, i tuoi occhi sanno vedere oltre…sai raccontare le percezioni come pochi…a cosa serve scegliere se si piò avere un immneso tesoro come quello che ci offre la natura?
    Complimenti per gli scatti, fanno sognare.

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